Sürprizler Tahsin Yenişehirli’den Sorulur | Siyah Kalp
(Parte 3 – Episodio inedito)
Il sole sorge su Istanbul, ma nell’ospedale in cui Bahar è ricoverata, la notte sembra non finire mai. Le ore trascorrono lente, cariche di tensione e silenzi pesanti. Enver, con il volto scavato dalla stanchezza, cammina nervosamente nel corridoio. Il pensiero fisso è sempre lo stesso: “Come abbiamo potuto credere che Sarp fosse morto?” Ma il tempo per rimpianti è finito. Ora bisogna affrontare le conseguenze.
Nel frattempo, Hatice fissa un punto nel vuoto. I suoi occhi, segnati dal dolore, cercano di assorbire l’incredibile verità: Sarp è vivo. È lì, sotto lo stesso tetto, e nonostante le bugie e il passato spezzato, ha lottato come un leone per tornare da Bahar. Cosa potrà mai significare questo per il fragile equilibrio della loro famiglia?
Intanto nella stanza di Bahar, il tempo sembra essersi fermato. Il rumore ritmico delle macchine accompagna ogni battito del suo cuore. È sveglia, ma ancora debole. Sarp le tiene la mano, le parla piano, raccontandole le mille cose che avrebbe voluto dirle negli anni di assenza. “Ogni giorno ho pensato a te. Ogni notte ho sognato di tornare.”
Bahar lo guarda, lo ascolta, ma nel suo sguardo si agita una tempesta. L’amore che prova è reale, ma lo sono anche le ferite. “Perché non sei venuto prima?” sussurra. “Perché hai lasciato che credessimo che fossi morto?” Sarp abbassa lo sguardo. “Mi hanno minacciato. Se fossi tornato, avrebbero fatto del male a te e ai bambini. Ho scelto il silenzio per proteggervi.”
Fuori dalla stanza, Sirin origlia ogni parola. Il volto contratto dalla rabbia. La gelosia la consuma. Aveva finalmente trovato un posto, uno spazio nella vita senza Sarp, e ora quell’uomo è tornato, come un fantasma che ruba tutto ciò che lei non ha mai potuto avere. E non intende restare a guardare.
La notte cala di nuovo. Mentre l’ospedale sprofonda nel silenzio, Sirin entra furtiva nella stanza di Bahar. Sarp dorme su una sedia, esausto. Bahar è sveglia, ma troppo debole per reagire. “Sai che non ti merita, vero?” sussurra Sirin con un sorriso freddo. “Tornerà a ferirti. Lo fa sempre.” Bahar cerca di rispondere, ma la voce le manca. Sirin si avvicina ancora. “Vuoi sapere cosa ha fatto davvero mentre tu lo piangevi?” Ma prima che possa continuare, la porta si apre di colpo.
Sarp si alza di scatto. “Fuori di qui, Sirin.” La voce è bassa, per non svegliare Bahar, ma il tono è minaccioso. Sirin non si muove. “La verità fa male, vero?” dice, prima di voltarsi e uscire.
Il giorno seguente, l’ospedale è in fermento. La notizia del ritorno di Sarp si è diffusa come un fulmine tra i corridoi. I medici, le infermiere, persino i pazienti sussurrano di questa incredibile resurrezione. Ma non tutti vedono di buon occhio la sua presenza. Alcuni membri dello staff, legati ad Asil o alla rete oscura che aveva minacciato Sarp in passato, iniziano a tramare nell’ombra.
E infatti, proprio mentre Bahar si prepara per un nuovo ciclo di controlli, la dottoressa Jale scopre che i farmaci destinati a lei sono stati sostituiti. “Qualcuno vuole danneggiarla,” dice con voce grave a Sarp. “E non è la prima volta che accade qualcosa di strano.”
Sarp non perde tempo. Convoca Enver e Hatice. “Bahar non è al sicuro qui,” dice. “Devo portarla via.” Ma Enver non è d’accordo. “Dove la porteresti? In fuga di nuovo? Non possiamo vivere perennemente nella paura.” La tensione tra i due uomini cresce, fino a quando Hatice, con voce rotta, li ferma. “Basta. Bahar ha bisogno di pace, non di guerre tra voi.”
Sarp si allontana. Prende il telefono e chiama un vecchio amico, Tahsin Yenişehirli, un uomo potente, un tempo suo alleato e ora forse l’unico che può aiutarlo a smascherare chi li minaccia. “Ho bisogno di un posto sicuro per Bahar. E ho bisogno di sapere chi si muove contro di noi dentro l’ospedale.”
Tahsin accetta. “Ma attenzione, Sarp. Ogni favore ha un prezzo. Sei pronto a pagarlo?”
Nel frattempo, i bambini di Bahar vengono finalmente condotti a trovarla. Doruk corre per primo, stringendo un disegno tra le mani. “Mamma!” grida, mentre si aggrappa a lei. Nisan la guarda con occhi lucidi, e Bahar li stringe entrambi, piangendo senza sosta. È un momento di pura felicità. Ma anche questo viene interrotto.
Un uomo entra nella stanza. È vestito in modo elegante, con un’espressione gelida. “Signor Sarp,” dice. “Il tempo delle spiegazioni è finito. È ora di pagare il debito.” E senza attendere risposta, gli consegna una busta sigillata. Sarp la apre. Il contenuto lo fa impallidire.
Sullo sfondo, Sirin osserva tutto con un sorriso soddisfatto. Forse non ha ancora vinto, ma il gioco è appena cominciato.