Nuh Tenta la Fuga con Sevilay ma Jihan non ci sta! Li Blocca, La Sequestra e la… | La Notte Nel Cuore
Le luci dell’alba accarezzano una città ancora addormentata, ma due cuori sono già in fuga. Nuh stringe il volante con mani tremanti, lo sguardo fisso sulla strada. Accanto a lui, Sevilay, pallida e silenziosa, tiene lo sguardo fisso fuori dal finestrino. Le sue dita nervose si attorcigliano nel grembo. Sta lasciando tutto dietro: la casa, i ricordi, le catene. Il suo passato con Jihan. È il momento della svolta, o almeno così crede.
Nuh le lancia uno sguardo veloce. «Va tutto bene?» chiede, la voce bassa, ma carica di tensione. Lei annuisce. Non è il momento di parlare. È il momento di scappare.
Ma non sono soli. Da ore, una seconda macchina li segue a distanza. Non è la polizia, non è un amico… è Jihan.
Lui ha scoperto tutto: la fuga, la destinazione, persino l’auto che Nuh ha affittato. Non ha dormito, non ha mangiato. Ha lasciato che la sua ossessione lo guidasse. “Lei è mia”, ripete dentro di sé come un mantra. E ora li ha quasi raggiunti.
In un tratto isolato della strada, Jihan accelera e si affianca all’auto dei due fuggitivi. Nuh lo vede nello specchietto e grida: «È lui!». Ma è troppo tardi. Jihan taglia la strada con una manovra pericolosa. Le due auto si fermano di colpo in mezzo al nulla.
Il silenzio è rotto solo dal rumore dei motori ancora accesi. Poi Jihan scende, con passo deciso e sguardo folle. Ha in mano qualcosa. Non è chiaro se sia un’arma o solo la rabbia a rendere i suoi gesti così minacciosi.
Nuh esce subito dalla macchina e si para davanti a Sevilay. «Non ti avvicinare!» grida. Ma Jihan è un fiume in piena. In un attimo, si lancia su di lui, lo colpisce con violenza. I due lottano, rotolano a terra, ma Jihan ha la meglio. Con un colpo secco mette fuori gioco Nuh. Poi si volta verso Sevilay.
Lei cerca di chiudere la portiera, di urlare, di opporsi. Ma Jihan la trascina via con forza. Le sue urla si perdono tra gli alberi. Nessuno può sentirla.
La prigione dorata
Quando Sevilay riapre gli occhi, tutto è cambiato. Si trova in una stanza sconosciuta. Non c’è finestra, solo una piccola lampada che proietta ombre inquietanti sulle pareti. La porta è chiusa a chiave. Jihan le ha tolto tutto: la libertà, il tempo, perfino il diritto di scegliere.
Lui entra con calma. «Ora possiamo parlare» dice, con un tono morbido ma sinistro. «Non c’è più nessuno tra noi.» Le porge un bicchiere d’acqua, come se fosse tutto normale. Ma lei lo rifiuta. «Sei malato» sussurra. «Non puoi tenermi qui.»
Jihan sorride. «Ti proteggo. Tu non lo capisci adesso, ma lo farai.»
Nei giorni successivi, la situazione si fa insostenibile. Jihan controlla ogni suo movimento. Le porta vestiti, cibo, perfino dei libri, ma non le permette mai di uscire. Lei prova a parlare con lui, a far leva sui ricordi, sulla compassione. Ma ogni tentativo finisce in un nulla di fatto.
Nel frattempo, Nuh, dopo ore di incoscienza, viene soccorso da un contadino che lo trova ai bordi della strada. Viene trasportato in ospedale, ferito ma vivo. Appena riesce a parlare, chiama Melek.
L’operazione per salvarla
Melek resta sconvolta nel sentire che Sevilay è stata rapita. Non ci pensa due volte. Chiama Tahsin e organizza una rete d’aiuto per ritrovarla. Il tempo è poco e ogni minuto passato potrebbe significare un pericolo maggiore per la donna.
Tahsin fa mobilitare dei contatti fidati. Attraverso alcune ricerche, scoprono che Jihan possiede una vecchia casa di campagna, abbandonata da anni. È lì che si dirigono, senza avvisare la polizia. Sanno che Jihan è imprevedibile e che una mossa sbagliata potrebbe mettere a rischio Sevilay.
Arrivano di notte. L’atmosfera è irreale. Nessun rumore, solo il vento tra gli alberi e le loro torce che fendono l’oscurità. Nuh, seppur ferito, insiste per andare avanti. Non lascerà di nuovo sola Sevilay.
All’interno della casa, Sevilay ha trovato una forcina caduta dal cappotto. L’unico oggetto che può diventare un’arma, o forse una chiave. Con pazienza, inizia a lavorare sulla serratura.
Il confronto finale
La porta si apre proprio quando Nuh e Melek irrompono nella casa. Sevilay si getta tra le braccia di Nuh, ma la felicità dura un istante.
Jihan compare sull’uscio con una pistola in mano. Il volto contratto, gli occhi colmi di lacrime e follia. «Tu non mi lasci, Sevilay. Non di nuovo. Non con lui!»
Tutti si fermano. Nessuno osa muoversi. Melek cerca di parlare. «Jihan, per favore. Non peggiorare le cose. Hai bisogno d’aiuto.»
Ma lui non sente. Punta l’arma verso Nuh. Sevilay si mette davanti, urlando: «Spara a me, allora! Perché io non torno con te! Mai più!»
Il silenzio che segue è assordante. Jihan abbassa lentamente l’arma. Cade in ginocchio. Singhiozza. La sua maschera si è rotta.
Tahsin e gli altri approfittano del momento. Disarmano Jihan e lo immobilizzano. Poco dopo arriva la polizia. Jihan viene portato via senza opporre resistenza. Mentre esce, si volta un’ultima volta verso Sevilay. Ma nei suoi occhi non c’è più odio. Solo un vuoto immenso.
Una nuova alba
La scena finale ci mostra Sevilay che osserva il mare all’alba, accanto a Nuh. Il sole sorge, illuminando lentamente il suo volto segnato ma sereno. Ha sofferto, ha lottato, ma ora è libera. E anche se il passato non si cancella, c’è un futuro che la aspetta. Un futuro che, per la prima volta, può scegliere da sola.