Spoiler – Intanto, in un angolo della casa…

In un angolo tranquillo della casa, Doruk si avvicina alla madre con una preoccupazione che sembra banale ma che, nella sua voce infantile, diventa pungente: lo scaldabagno è rotto e la doccia non funziona più. Bahar, con la dolcezza che la contraddistingue, lo rassicura: il nonno ha già pagato i tecnici e presto tutto tornerà a posto. Poco dopo, Enver porta i bambini al parco per distrarli, lasciando Bahar sola con Jale.

Le due donne approfittano di quel momento per confidarsi. Condividono la sensazione che il matrimonio imminente sia una condanna, ma allo stesso tempo si stringono in un patto di fiducia: troveranno insieme una via d’uscita. La loro complicità, però, viene spezzata dall’arrivo improvviso di Yeliz. La donna irrompe sconvolta, in lacrime, rivelando che il suo matrimonio è ormai sull’orlo del divorzio. Confessa che Teoman non le concederà più di diecimila lire e che, come se non bastasse, si è già impossessato della loro auto. Nonostante lei ne rivendicasse la proprietà, la realtà è che l’auto risulta intestata all’azienda di lui.

La situazione peggiora quando emerge che Teoman ha già parlato con il suo avvocato: secondo la legge, il fatto che Yeliz abbia lasciato la casa equivale ad abbandono del tetto coniugale. Una sentenza che pesa come un macigno e che la fa sentire colpevole, pentita di quella fuga istintiva. Jale commenta amaramente: “Ecco il vero Teoman, capace di mostrarsi per quello che è solo al momento del divorzio”. Bahar, però, la corregge: non è solo cattiveria, ma soprattutto ignoranza. Il problema più grande delle donne, dice, è non conoscere i propri diritti.

Yeliz si sente caduta in trappola, ma Jale la consola ricordandole che nessuna di loro è sola: tutte stanno vivendo un dramma, che sia il dolore di Bahar, le sue stesse difficoltà o le fatiche di Enver e Arif. È allora che Bahar prende la parola con forza: devono sostenersi a vicenda, proteggersi l’una con l’altra. Solo così potranno difendersi da un mondo che sembra volerle schiacciare. Yeliz ricorda i tempi in cui si occupava da sola dei figli, quando ancora Teoman non faceva parte della sua vita, e ammette che in quell’indipendenza c’era una forma autentica di felicità.

Le tre donne decidono di stringere un vero e proprio patto: da quel momento si sosterranno in ogni circostanza. Se una cadrà, le altre la solleveranno. Insieme, promettono di affrontare la questione del matrimonio e di ribaltare la trappola tesa da Teoman. Alla domanda su come intendano riuscirci, Yeliz è chiara: renderanno la vita insopportabile a Seifla e a sua figlia, costringendole a pagare per tutto ciò che hanno fatto. Le sue parole accendono i sorrisi delle altre, trasformando la sofferenza in complicità.

Poco dopo, Umran esce dal supermercato e viene fermata da Jale. Le ricorda di averle confidato il desiderio di occuparsi personalmente del matrimonio e ribadisce che per questo l’ha contattata: vuole che sia lei a gestirne ogni dettaglio. Umran, commossa e grata, le confessa che non potrà mai dimenticare il giorno in cui Jale le ha salvato la vita. Per questo promette di occuparsi di tutto: pagherà il matrimonio, il banchetto, gli abiti dello sposo e della sposa, persino i lavori di ristrutturazione della casa. Una promessa che lascia Jale e Yeliz senza parole.

Nel frattempo, Levent si avvicina all’azienda dove sospetta lavori Sarp. Prima di entrare, rassicura Sirin promettendole che la terrà aggiornata. Non sa, però, che altrove Munir ha già consegnato a Suat delle foto compromettenti che li ritraggono insieme. I due uomini osservano le immagini e ipotizzano che Levent e Sirin siano fidanzati, arrivando persino a interpretare alcuni gesti come scenate di gelosia. Pur considerandola troppo spaventata per parlare, decidono di non abbassare la guardia: faranno in modo che Sirin senta il fiato sul collo.

Intanto, Levent raggiunge l’azienda e racconta alla sicurezza di aver tamponato qualche giorno prima un’auto della compagnia. Mostra la targa e chiede informazioni: appartiene al signor Alp, un dettaglio che apre scenari inquietanti.

Parallelamente, Jale e Yeliz discutono del matrimonio. Gli abiti da sposa costano troppo, ma trovano una soluzione creativa: proporre a Enver di cucirli, così da mantenere il guadagno in famiglia. Durante una passeggiata incontrano Bersan, che nota il repentino cambiamento di Jale. Al mattino l’aveva vista in lacrime, ora sembra raggiante. Jale risponde con la sua regola d’oro: “Se non ottieni ciò che desideri, cambialo”. Una frase che lascia Bersan spiazzata.

Altrove, Atice osserva con crescente inquietudine la stanza di Sirin e chiama Jale per avere notizie. La dottoressa le risponde che ha già informato Enver, ma probabilmente lui non ha ancora trovato il coraggio di parlarne con Bahar. Atice resta turbata.

Nella casa di Sarp, intanto, la governante Leila entra convinta che non ci sia nessuno, ma trova l’uomo che ha approfittato dell’assenza di Piril e dei bambini per prendersi un giorno libero. Leila si scusa, ma Sarp la rassicura: può restare e lavorare come sempre.

La sera, Bahar si confida con Enver: i farmaci le causano dolori intermittenti, a volte insopportabili, e la sua voce tradisce frustrazione e stanchezza. Proprio mentre Enver vorrebbe parlarle, il campanello interrompe il momento. Alla porta c’è Atice, non Arif come avevano immaginato. La donna rimane senza fiato vedendo Bahar e subito Enver le annuncia che hanno trovato un midollo compatibile.

La notizia esplode come un fulmine. Bahar piange di gioia, abbraccia tutti, ripetendo che si sente fortunata, come se la vita le fosse stata restituita. Corre a informare Jale e Yeliz, ma la felicità si spegne quando scopre che il donatore compatibile è Sirin. Il volto di Bahar impallidisce, il respiro si fa corto: rifiuta di parlarne, di ascoltare persino il nome della sorella. Atice le consiglia di uscire a prendere aria e Bahar, accompagnata da Yeliz, Jale e Arif, si allontana.

Atice resta a casa, prende il peluche di Doruk e bacia i nipoti addormentati. Enver la osserva commosso, incapace di dire una parola.

Intanto, Jale e Arif guardano Bahar preoccupati. Lei teme che possa rifiutare il midollo della sorella, ma Arif ribatte che non ha scelta: deve vivere per i figli. Bahar, ancora scossa, ammette quanto sia doloroso accettare un dono di vita da Sirin, che reputa instabile e pericolosa, ma confessa anche che l’amore per i suoi bambini supera ogni rancore. Sorprende tutti affermando di sentirsi sollevata che il midollo provenga proprio da Sirin.

La conversazione si sposta sull’ostacolo più grande: convincere Sirin. Arif è convinto che non potrà rifiutare, ma Bahar ricorda episodi del passato che dimostrano la sua imprevedibilità. Jale rincara, definendola capace di qualsiasi bassezza. Arif perde la pazienza, promettendo che un giorno la affronterà di persona, ma Jale lo deride: è troppo buono, un uomo limpido che ama Bahar più della sua stessa madre.

Imbarazzato, Arif la zittisce, ma la tensione resta alta. Jale, esasperata, li accusa di non voler ammettere l’attrazione che li lega. Le sue parole tagliano l’aria, e Arif reagisce con durezza, ma Bahar interviene. Stanca di tanta tensione, ricorda che, oltre a essere madre, resta una donna, con i suoi desideri e la sua fragilità.