SPOILER: “Bar attraversa la casa con il respiro corto. Nella mensa nota un particolare fuoriposto, un dettaglio sporco di sangue secco…”

La tensione prende il sopravvento fin dalle prime battute di questo episodio esplosivo. Bar entra nella casa con il cuore che frulla nel petto, il respiro affannato e lo sguardo teso. Appena varca la soglia della mensa, un particolare fuori posto le gelano il sangue: un macchia secca di sangue sulla superficie, sufficiente a farle capire che Arif è stato portato via a forza. Il pugno allo stomaco paralizza il respiro, ma la volontà di salvarlo le fa muovere le gambe.

Bar corre tra vicoli abbandonati e strade deserte seguendo le tracce lasciate dai rapitori. Ficca nel corridoio di un magazzino morto: l’odore di muffa e ferro arrugginito la avvolge, tagliandole il fiato. Lì, in una prigione improvvisata, trova quello che teme: Arif è legato a una sedia, le mani gonfie, il volto tumefatto dalle percosse. I suoi occhi, pieni di dolore, si sollevano lentamente e cercano i suoi. Bar non esita: scivola oltre un uomo di guardia, lo disarma, taglia le corde con gesti rapidi. La tensione esplode quando un rumore metallico echeggia nel corridoio: i complici di Nezir piombano nella stanza. Urla soffocate, passi precipitati. Bar trascina Arif verso l’uscita, ma si arresta di colpo: nell’ombra appare Nezir, la pistola puntata verso di loro, il sorriso gelido.

Il silenzio cala come un macigno. Nezir ordina a Bar di esprimere un ultimo desiderio. Lei stringe i pugni, il volto rigato di polvere e lacrime, il cuore che martella. Il respiro di Arif è corto alle sue spalle. Uno sparo risuona nel magazzino: un corpo cade. Mentre ne attenuo i dettagli, la scena si chiude sul volto sconvolto di Bahar, carico di rabbia e terrore.

Nel frattempo, lontano da lì, Nezir irrompe nella casa dei vicini in cerca di informazioni su Arif. Fruga tra stanze e armadi distruggendo tutto. Seida tenta un appello disperato, ma Nezir raduna un gruppo e raggiunge la porta di un’altra casa isolata. Sbaglia tutto: sbraita urla, la sua rabbia è incontrollabile. Dentro, Pim impugna una pistola, immobilizzato dalla paura. I colpi alla porta si intensificano, la tensione è palpabile. Proprio in quel momento, la porta si apre e compare il vicino minaccioso che, in uno scatto improvviso, viene spinto dentro da Pim. Un gioco di tensione che termina senza la presenza di Arif. Pim dà l’ultimatum: chi ha a che fare con la sparizione di Arif sarà trovato e pagherà.

All’esterno, Bar è seduta al caffè, le mani tremanti. Nota i vicini che escono con valigie pesanti, sguardi nervosi. Il cuore accelera: qualcosa non torna. Corre verso un taxi, sale sbattendo la porta e ordina di inseguire l’auto dei sospetti. Segue i bagagli che sobbalzano ad ogni curva, fino a una casa isolata, decrepita, con finestre sbarrate. Il taxi si ferma e Bar scende, insegue silenziosa le tracce sul retro. L’aria di muffa e ferro arrugginito la soffoca: avanza tra casse impolverate. In penombra scorge un uomo legato a una sedia: è Arif, la testa china, il volto gonfio. Bar trattiene il fiato. Lo sguardo gli si annebbia.

Lì, nel silenzio carico, Bar cerca con mani tremanti di sciogliere le corde. Arif geme piano, ma l’angoscia cresce. All’improvviso un rumore metallico: la porta sul retro si richiude con un clic agghiacciante, l’ombra di un uomo si staglia nel varco. È Nezir. Lo riconosce dallo sguardo tagliente, l’aria minacciosa. Arif è dietro di lei con il respiro corto. Bar si ritrae. Nezir fa un passo avanti e stringe un sorriso crudele. Gli scagnozzi si allineano ai suoi lati, pistole puntate. L’odore di polvere e sudore riempie la stanza. Nezir titilla Bar: lei è la chiave per colpire Sarp, il suo valore supera il denaro. Lei deglutisce, capisce che la trappola è perfetta. Non c’è via d’uscita.

Seida intanto chiama Sarp, terrorizzata, lo informa che Bahar è scomparsa. Sarp, accanto a Munir, si irrigidisce: deve muoversi ora. Nezir chiama anche lui: ordina di presentarsi immediatamente. Le sue parole sono un colpo al cuore. Sarp strappa la mano di Munir, sguscia fuori di casa, entra in auto e corre verso il magazzino. Il suo unico obiettivo: salvare Bahar e Arif. Nel covo, enemigosso, Nezir punta la pistola contro Bahar. L’aria si ghiaccia, i secondi si dilatano. Ma allora la svolta: Munir irrompe nella stanza, libera Bahar, subisce l’attacco dei complici. Sarp si getta nella mischia, affronta Nezir con rabbia feroce. Le ombre ballano sotto le luci tremolanti, i pugni volano. Arif, liberato, lotta con i suoi demoni feriti.

Poi, un rumore improvviso: un corpo cade dall’alto. È Nezir, sconfitto. Il colpo di pistola riecheggia, la tensione si spezza. Arif barcolla, Bahar lo afferra. Sarp stringe Bar con forza. Munir sorride stremato ma vittorioso. I complici cadono. La stanza esplode in silenzio irreale.