VEGLIA L’UOMO A CUI HA SPARATO PORTANDO IN GREMBO IL SUO AMORE | 38 17AGO | LA NOTTE NEL CUORE
La notte cala pesante, come un sipario che avvolge ogni cosa nel silenzio. L’aria odora di disinfettante e paura. Le luci fredde dell’ospedale si riflettono sulle pareti, trasformando ogni ombra in un fantasma. Lei è lì, ferma accanto a un letto, e il cuore batte come se stesse contando gli ultimi secondi prima di un verdetto inesorabile.
Sulla barella, immobile e pallido, c’è l’uomo che fino a poche ore prima credeva di odiare. L’uomo che, in un istante di rabbia e dolore, ha guardato negli occhi… prima di premere il grilletto. Ora respira a fatica, attaccato a macchine che scandiscono un ritmo lento e fragile. Un ritmo che lei conosce bene: è quello della vita che pende da un filo.
Nessuno nei corridoi osa avvicinarsi. Non per paura di lui, ma per la tempesta che si legge nei suoi occhi. Una tempesta che racconta una verità scomoda: nonostante il colpo sparato, nonostante il sangue versato, lei lo ama ancora. E dentro di sé, porta la prova più grande di quell’amore: un figlio che cresce, silenzioso, nel suo grembo.
Ogni suono diventa amplificato. Il ticchettio dell’orologio. Il respiro meccanico. Il fruscio dei passi dei medici. Tutto si mescola ai ricordi che la assalgono, uno dopo l’altro, senza pietà. Ricorda la loro prima notte insieme, il modo in cui lui le aveva preso la mano promettendo protezione. Ricorda i sorrisi rubati, le parole mai dette ad alta voce, gli sguardi che raccontavano molto più di quanto avrebbero voluto ammettere.
E poi… il tradimento. La scoperta che l’ha spezzata. Le bugie accumulate come muri invalicabili. Le scelte che li hanno portati su strade opposte, fino a quel momento estremo in cui la paura e la rabbia hanno preso il sopravvento. Il colpo di pistola. Il corpo che cade. Il silenzio dopo lo sparo.
Ma ora, in quella stanza d’ospedale, il confine tra vittima e carnefice sembra dissolversi. Lei lo guarda e vede solo un uomo ferito, fragile, che forse non ha mai smesso di amarla a modo suo. Un uomo che non sa ancora di essere padre.
Fuori, la città continua a vivere ignara del dramma che si consuma tra quelle mura. Le luci di Istanbul brillano come se niente fosse, ma per lei il tempo è sospeso. Ogni minuto che passa è una tortura, un continuo chiedersi se si risveglierà, se potrà parlargli, se ci sarà un domani in cui potrà dirgli la verità.
Nel frattempo, le voci si rincorrono tra i corridoi. C’è chi sospetta la verità su quello che è accaduto. C’è chi mormora di vendetta, chi aspetta il momento giusto per colpire di nuovo. E lei lo sa: se lui si sveglia, non sarà al sicuro. Non solo per quello che è successo tra loro, ma per tutte le ombre che si muovono intorno a questa storia.
La sua mano, quasi senza accorgersene, scivola su quella di lui. È fredda, ma non del tutto priva di vita. Stringe, come se quel gesto potesse richiamarlo indietro, come se bastasse il calore del suo tocco per riportarlo al presente. E in quell’istante, sente un lieve movimento nel ventre. Il bambino. Il figlio di quell’uomo. È come se anche lui stesse aspettando di sapere se il padre tornerà.
Ogni rumore improvviso la fa sobbalzare. Ogni passo dietro la porta potrebbe essere quello di chi verrà a portarle via ciò che ama. La paura si mescola alla determinazione: non permetterà che gli facciano del male, non adesso, non mentre lei ha ancora la possibilità di proteggerlo.
Nella sua mente si affollano domande che non trovano risposta. Cosa dirà quando si sveglierà? Le chiederà perché ha sparato? La odierà? O capirà che dietro quel gesto c’era disperazione, non odio? E quando saprà del bambino, cosa farà? Rimarrà o sceglierà di sparire di nuovo?
Le ore passano lente. La notte sembra non finire mai. Ogni tanto entra un’infermiera, controlla i parametri, aggiusta le flebo, e se ne va senza dire una parola. Lei resta sola con i suoi pensieri, con la consapevolezza che fuori da quella stanza ci sono persone pronte a distruggere ciò che resta della sua vita.
Eppure, nonostante tutto, c’è una parte di lei che spera. Speranza che lui apra gli occhi e la guardi come una volta. Speranza che possa perdonarla. Speranza che possano ricominciare, anche se il passato è un fardello pesante e pieno di ferite.
Quando finalmente si alza per sgranchirsi le gambe, lo vede muoversi leggermente. Un battito accelerato sul monitor. Un segno di vita. Il respiro le si blocca in gola. Torna accanto a lui, gli parla sottovoce, parole che forse non sentirà, ma che ha bisogno di dire. Gli dice che è lì, che non lo lascerà. Che c’è qualcosa di importante che deve sapere.
E mentre il cuore le martella nel petto, una consapevolezza si fa strada: qualunque cosa accada, questa notte segnerà il loro destino. Perché quando lui aprirà gli occhi – se li aprirà – nulla sarà più come prima.
Fuori, le prime luci dell’alba iniziano a filtrare dalle finestre dell’ospedale. Il mondo si prepara a un nuovo giorno. Ma per lei, e per l’uomo disteso su quel letto, la vera battaglia sta solo per cominciare.