vLA FORZA DI UNA DONNA ANTECIPAZIONE 18 AGOSTO- Sarp APRE LA TOMBA di Bahar e RIMANE SCONVOLTO!


 

Il ritorno di Sarp: la verità viene a galla

 

Nel prossimo episodio de “La forza di una donna”, Sarp viene travolto da una serie di sconvolgenti scoperte che lo portano a dubitare di ogni cosa. I suoi sospetti sulla presunta morte di Bahar e dei suoi figli si intensificano, culminando in una decisione drastica: aprire le loro fosse al cimitero per scoprire la verità. Ciò che Sarp vedrà lo lascerà letteralmente senza parole, svelando un intrigo di menzogne e segreti che ha segnato la sua vita per anni.

Tutto comincia con un momento di apparente normalità. Umay, uscendo dal supermercato, saluta Enver con un sorriso e gli chiede di cucirle un vestito per il suo prossimo anniversario. Arif esce, e mentre Enver prende le misure a Umay, la tranquillità viene spezzata dall’irruzione di alcuni uomini, i creditori di Yusuf. Questi, con tono minaccioso, spiegano a Enver che l’appartamento è ora di loro proprietà, vinto in una scommessa, e gli concedono una settimana per andarsene. Bahar, sconvolta, si rende conto della gravità della situazione, ma Enver cerca di rassicurarla, affermando che Arif troverà una soluzione e che è pronto a cederle il suo appartamento pur di non farla preoccupare.

Nel frattempo, Musa torna a casa e trova Yeliz ad attenderlo. In camera da letto, cerca i suoi vestiti, ma non ne trova più. Yeliz gli spiega che non ci sono più abiti suoi in casa e che hanno perso anche tutte le cose appartenute al figlio. Sorpreso, Musa chiede come sia possibile, e Yeliz gli spiega che tutto è sparito via internet, comprese le foto scattate da Nisan il giorno del compleanno di Bahar.

Nel frattempo, Piril, visibilmente nervosa, telefona a suo padre, Suat. “Papà, è successa una cosa terribile,” dice. “Bahar ha un profilo online. Avevo paura che potesse accadere qualcosa del genere e ho appena scoperto che ha pubblicato delle foto con i suoi figli. Non so che fare. Alp non usa i social, ma se cerca il nome dell’ex moglie, vedrà le foto dei suoi figli su quella pagina.” Piril, spaventata, teme le conseguenze se Alp (Sarp) scoprisse tutto e pensa che forse sarebbe meglio confessare la verità. “Se gli racconto tutto, forse capirà che sono stata sincera, che non ho nascosto nulla e magari vorrà continuare con me,” aggiunge. Piril non vuole più avere segreti, perché altrimenti Sarp non si fiderà mai di lei. Suat le risponde con freddezza: “Allora fai quello che vuoi, digli tutto e invita lui a cercare la sua ex moglie, così si ricorderà chi è e ti dimenticherà per sempre e poi verrà a cercare di ammazzarci tutti per quello che abbiamo fatto. Io non intendo aiutarti, non voglio morire per colpa tua.” Piril ribatte che non può vivere così, ma Suat taglia corto: “Mi dispiace, ma dovrai viverci. Sei stata tu a decidere tutto questo e ora pagherai per i tuoi errori. La tua vita sarà infelice” e le riattacca il telefono in faccia. Piril, ostinata, dice a se stessa: “No, io non avrò una vita infelice.”


 

Segreti e minacce

 

Bahar, intanto, si trova alla fermata dell’autobus con i figli. Nisan nota che lì c’è internet gratuito, chiede il cellulare della madre, lo usa un po’ e scopre il profilo della zia Sirin. “Guarda mamma, ieri la zia ha pubblicato una foto. Sta indossando le scarpe che la nonna le aveva regalato.” Bahar si intristisce molto vedendo quell’immagine. Il giorno dopo esce di casa con i figli, Ceyda e Yeliz. Passando davanti ad Arif, lui fa un lieve sorriso. Poco dopo, Yusuf arriva alla caffetteria con gli uomini ai quali doveva dei soldi. Uno di loro chiede ad Arif se si fossero già trasferiti. Arif risponde di sì e consegna le chiavi dell’appartamento. L’uomo dice che andranno a dare un’occhiata e invita Arif ad aspettarlo lì per parlare dopo. Yusuf vuole seguirli, ma Arif non lo permette. Entrati nell’appartamento, gli uomini trovano Seyfullah ad attenderli. “Benvenuti, signori. Vi stavo aspettando. Mi hanno riferito che avete insultato la mia bambina. Io sono Seyfullah Karatuman.” Dal retro compaiono Hikmet e i suoi scagnozzi armati, fissando con aria minacciosa l’uomo a cui Yusuf doveva del denaro. Quello, terrorizzato, non riesce a parlare. Nel frattempo, Sarp chiama Levent ordinandogli di avvisare Sirin di incontrarlo.

Jale va a casa di Hatice per consegnarle il risultato di un test del DNA. Sirin chiede cosa stia accadendo e Jale spiega che la zia è molto giù di morale e voleva soltanto scambiare due parole. Con tono ironico, Sirin commenta: “Che persona adorabile! Quando arrivi tu, sembra che sboccino i fiori.” Jale sorride e dice: “Immagino, potrei avere un caffè senza zucchero?” Sirin va in cucina e Jale ne approfitta per consegnare la busta a Hatice, ma Sirin si accorge che la madre sta cercando di nasconderle qualcosa e domanda: “Che cos’è quella busta?” Hatice rimane senza parole e Jale interviene dicendo: “Tua madre ha partecipato alle spese per il tuo trattamento, quindi le ho portato la fattura.” Sirin replica che la madre non le aveva detto nulla e chiede di vedere l’importo strappando la busta dalle mani di Jale. Aprendola, Sirin rimane sorpresa nel vedere che si tratta di un test del DNA, ma non dice nulla perché proprio in quel momento Levent la chiama per dirle che è davanti casa e che deve uscire immediatamente. Sirin dice alla madre che uscirà un po’ per parlare con Levent, ma quando tornerà vuole che le spieghino perché Jale ha portato quel risultato del test del DNA. Sirin esce con Levent e in un’altra strada vede Sarp che la aspetta in macchina. Sale con Levent nella sua auto.

Jale intanto dice che purtroppo il risultato dell’esame è negativo, non è sorella di Bahar. Con tono amaro commenta quanto sia ironica la vita. All’epoca si era arrabbiata perché dicevano che Adin avesse un’altra figlia da un’altra donna e adesso pensa che dolore non poter aiutare Bahar proprio con quella ragazza che poteva esserlo. “Il destino è davvero strano, tutto può cambiare in un attimo.”

Levent lascia Sirin per parlare da sola con Sarp. Nel frattempo, Seyfullah ordina di legare e imbavagliare gli uomini. Hikmet schiaffeggia uno di loro e dice: “Ehi suocero, signor Seyfullah, dopo quanti colpi possiamo fermarci?” Seyfullah risponde che ha perso il conto e chiede a Peyami se ricorda cosa aveva detto. Peyami conferma: “Cinque colpi ciascuno.” Seyfullah decide: “Allora ora sono sette.” Yusuf capisce che Arif non voleva che andasse con loro proprio per questo: Hikmet era già nell’appartamento. Arif conferma, non voleva che il padre si mischiasse nella rissa, né che pensassero male di loro. Chiude la caffetteria e Yusuf dice che è meglio andarsene lontano. “Non voglio rischiare di beccarmi un colpo. Hikmet e quei tipi sono pericolosi.” Arif commenta ironico che adesso finalmente Yusuf ha paura.


La forza di una donna, anticipazioni 18 agosto: Bahar scopre che il  donatore è Sirin | Mediaset Infinity

La forza di una madre e la scoperta della verità

 

Bahar è al parco con Nisan e Doruk. Parla con Enver, preoccupata che possano fare del male all’appartamento. Enver la rassicura. Hikmet ha detto che era solo uno spavento. Arrivano anche Arif e Yusuf. Yusuf si atteggia dicendo che non devono preoccuparsi. “Quelli sono mafiosi e non possono toccare Hikmet e i suoi uomini.” Arif lo prende in giro: “Poco fa volevi startene lontano.” Yusuf resta senza parole. Hikmet chiama Arif e dice che possono tornare. Doruk vede un papà che gioca con il figlio sulle spalle e chiede ad Arif se possono farlo anche loro. Arif lo prende sulle spalle. Nisan guarda divertita, ma Yusuf borbotta che non ci voleva, chissà cosa penserà la gente. Bahar si irrita: “Non ti preoccupare, Arif non è come te. Non gli importa di quello che dicono gli altri. Lui ha un buon cuore.” Anche Enver si arrabbia e aggiunge: “Non giudicate le persone, qui non stiamo facendo nulla di male.” Poi dice a Bahar: “Andiamo, figlia mia, continuiamo la passeggiata.” Bahar si commuove vedendo quanto Enver la difende. Sirin abbraccia Sarp. Levent vede la scena e si infuria. Munir osserva tutto da un’auto lontana.

Più tardi, Seyfullah, Hikmet, i suoi uomini e gli altri aspettano davanti alla caffetteria di Arif. Bahar arriva con Enver e i bambini. Hikmet dice ironico: “Guarda chi c’è. Arif, ci offri un caffè?” Doruk chiede a Seyfullah del suo cane. Lui risponde che è a casa, ma un giorno lo porterà a giocare con lui. Bahar torna a casa con i figli. Seyfullah ferma Enver e chiama gli uomini: “I vostri problemi sono finiti. Quei miserabili hanno già pagato per le offese fatte a mia figlia, hanno ricevuto la punizione che meritavano e non si terranno l’appartamento vinto al gioco.” Poi, guarda Yusuf: “Ora lei avrà un debito con me, lavorerà per me un anno e io darò lo stipendio ai suoi amici.” Yusuf prova a protestare, ma Hikmet lo zittisce. “È il tuo turno di lavorare un po’.” Seyfullah ribadisce che “ti piaccia o no, lunedì ti aspetto nel mio ufficio e vedremo che lavoro farai.” Arif sorride. Enver commenta: “Lavorare è sempre una cosa buona, signor Yusuf, come si dice, una rondine non fa primavera.” Seyfullah addirittura fa baciare la mano a Enver e Yusuf.

Hatice accompagna Jale alla porta. Quando Jale se ne va, Hatice vede Levent all’angolo e chiede se ha visto Sirin, perché lei aveva detto che sarebbe uscita con lui. Sarp se n’è già andato, quindi Hatice non lo vede. Quando Sirin torna, la madre le chiede se va tutto bene. Lei dice di sì, che può entrare, la raggiungerà subito. Levent invece chiede cosa ha parlato con Sarp. Vuole sapere in cosa si è cacciata. Sirin promette che glielo dirà dopo. Ora deve andare dalla madre che l’aspetta. Munir vede Sirin tornare a casa e Levent andare verso la macchina. Levent nota Munir e trova strano incontrarlo lì. Hatice chiede a Sirin se non vuole parlare del test del DNA. Sirin risponde che è meglio lasciar perdere, non ha importanza e va in camera. Lì ricorda la conversazione avuta con Sarp. Lui aveva chiesto a Levent di scendere dall’auto perché voleva parlare in privato con lei. Sirin, in lacrime, disse: “Sarp, perdonami, mi pento di tutto. Ero giovane, malata, ho perso la testa e non capivo quello che facevo. Ti chiedo perdono, mi dispiace davvero.” Sarp rispose che il passato è passato, ma Sirin insistette: “Per me non lo è, poi sono andata da uno psichiatra, mi sono curata e oggi capisco tutto il male che ti ho fatto.” Sarp le disse che l’aveva già perdonata, che non c’era più motivo di piangere. Lei lo abbracciò commossa. “Grazie, Sarp, è la cosa più bella che abbia mai sentito. Finalmente posso stare in pace.” Ma Sarp la avvertì: “Sirin, ascolta bene. Se vuoi continuare a vivere, dimentica quello che hai visto. Stai correndo un grosso pericolo. Hai capito?” Sirin rispose che lo sapeva, ma era troppo tardi. Ormai avevano già scoperto che lei conosceva la verità su di lui. Nel presente, Sirin sorride come una sciocca e dice: “Sarp, bentornato, amore mio!”

Bahar nota che Doruk è triste e gli chiede perché non sorride come al solito. Doruk risponde che vorrebbe tanto che Arif fosse il loro papà. Bahar rimane senza parole e Nisan gli ricorda che un papà ce l’ha già. Doruk ribatte che non è mai con loro e non appare mai quando lo chiamano. Bahar resta in silenzio e Nisan domanda perché la foto del papà non è più sul tavolino. Bahar spiega che ora le foto sono custodite nel computer e che quando vogliono possono sempre guardarle a meno che non preferiscano che la foto torni dov’era. I bambini dicono che la vogliono lì e così Bahar riprende la foto e la rimette sul tavolino.


La forza di una donna, anticipazioni 18 agosto: Bahar scopre l'identità  scioccante del donatore che le salverà la vita

Il punto di rottura

 

Sarp arriva a casa di Suat e incrocia Munir che sta uscendo. “Ciao, signor Alp,” dice Munir. Sarp gli assesta un pugno in faccia e lo avverte di non fare più nulla senza consultarlo e soprattutto di lasciare in pace la famiglia di Bahar. Suat si avvicina e ribatte che comanda lui, non Sarp e che Munir non lavora per lui. Furioso, Sarp gli dice di riferire al suo “impiegatino” di stare lontano dalla famiglia di Bahar. Scoppia una lite. Sarp accusa Suat di aver rapito Sirin e gli chiede perché l’abbia fatto, visto che lei non ha colpe. Suat domanda perché lui sia andato a trovare Sirin e Sarp ribatte che i suoi uomini lo stanno seguendo. Suat sostiene che è solo per protezione, ma Sarp ribatte che lui è andato troppo oltre e dichiara che non saranno mai più dalla stessa parte finché continuerà a fare del male a persone innocenti. Sarp chiama la madre. Suat lo ferma chiedendogli che sta facendo, dicendo che Julide non c’entra nulla. Julide appare e Sarp le dice di prendere tutte le sue cose perché se ne vanno subito. In macchina Julide chiede dove stanno andando e Sarp risponde che vanno a casa.

Intanto Bahar trova Doruk abbattuto in camera e per tirargli su il morale inventa di giocare al cavallino con lui nonostante la forte sofferenza fisica. Enver entra, dice a Doruk che il suo cartone preferito è iniziato e lo porta in salotto. Poi rimprovera Bahar per lo sforzo eccessivo, visto che lei non può affaticarsi. Bahar spiega che Doruk era molto giù di corda. Diceva che nessuno voleva giocare con lui e lei non vuole che il figlio si accorga della sua debolezza. Julide domanda a Sarp se non le rivelerà tutto. Lui replica: “Tutto cosa?” E lei insiste che lui lo sa fin dall’inizio.

Bahar si sveglia e confessa di avere dolori insopportabili. Dice di aver preso già una medicina, ma non funziona e chiede a Enver un analgesico. Enver va a cercare i farmaci e scopre che le scatole sono vuote. Bahar ha preso tutto. Lei spiega che il dolore era troppo forte e ha preso diverse pillole. Enver le dice che devono correre in ospedale e che non avrebbe dovuto portare Doruk sulle spalle. “Per quell’ora soffri così tanto.” Bahar si oppone. “Non posso andare in ospedale perché se i bambini si svegliano e non la trovano si spaventano.” Enver propone che Arif la porti in ospedale e lui resti con i bambini. Va a chiamarlo mentre Bahar torna in camera. Nisan si sveglia e le chiede dove va. Bahar risponde che ha bisogno dell’ospedale e che Arif l’accompagnerà perché ha molto dolore. Abbraccia la figlia e le dice di non aver paura. Nisan risponde: “Va bene, senza paura.” Quando Bahar lascia la stanza, Doruk si sveglia e chiede dov’è la mamma. Nisan dice che tornerà presto. Arif arriva e Yusuf protesta. “Non è compito tuo portarla in ospedale? Non sei nessuno per lei.” Arif replica: “Si chiama umanità. Tu non sai nemmeno cosa sia. Per questo non ti sei mai curato neanche di tua moglie.” Bahar a stento riesce a camminare e si appoggia a Enver. Quando stanno per uscire, Ceyda li vede e chiede dove stiano andando a quell’ora. Enver spiega che Bahar sta male e Arif la porterà all’ospedale. Ceyda dice che verrà con loro, ma Bahar rifiuta, non vuole che altri si sacrifichino per lei.

Più tardi Ceyda informa Yeliz che Bahar sta molto male e Yeliz si preoccupa per l’amica. Arif aiuta Bahar a salire in macchina con grande cautela e partono. Yeliz dice a Ceyda che Arif non è l’uomo giusto per Bahar e che non funzionerà tra loro. Ceyda insiste: “Funzionerà e come, guarda, farò in modo che Bahar esca di qui vestita da sposa o non mi chiamo più Ceyda.” Yeliz commenta che Ceyda parla troppo e forse è gelosa di Bahar. Ceyda si arrabbia: “Non dire sciocchezze, la mia amica non guarderebbe mai nessun uomo in quel modo.” Le due finiscono a litigare. Ceyda dice che Yeliz dovrà rispettarla. Yeliz la morde per difendersi. Poi scoppiano entrambe a ridere e si abbracciano divertite. Durante il tragitto, Arif cerca di distrarre Bahar chiacchierando. Lei dice che stava pensando a una poesia e comincia a recitarla: “Bisogna sopportare la propria morte.” Arif conosce il testo e continua: “Quando attraversi questa dura esperienza, se ti stanchi di cogliere i fiori, ti stancherai anche dei baci.” Bahar sorride e prosegue: “Una persona può guardare il cielo per ore, può guardare il mare, un uccello o un bambino. Ho imparato una cosa da tutto quello che mi è successo. Bisogna vivere intensamente, come se scivolassi in un fiume, nel cielo e nell’universo intero, perché questa cosa che chiamiamo vita esiste una sola volta ed è un dono prezioso che viene dato agli esseri umani.”


 

Il confronto finale e la scoperta scioccante

 

Enver chiese a Nisan se non avesse intenzione di raccontare al nonno a cosa stava pensando. Nisan rispose che rifletteva su Doruk perché lui era ancora molto piccolo. Enver domandò: “E quindi?” Nisan disse soltanto: “Solo questo, che è piccolo,” poi aggiunse che doveva andare in bagno. Enver rimase solo e scoppiò in lacrime.

Sarp affermò che Julide non sapeva nulla della sua infanzia, che tra loro due c’era una distanza enorme. Julide replicò: “Allora perché mi hai portata qui? Perché mi hai mandato del denaro quando pensavo che fossi morto? Perché hai deciso di darmi una vita migliore? Io sono tua madre e anche se tu non lo volessi, questa rimane la verità e non potrà mai cambiare.” Arif telefonò a Enver informarlo che Bahar era già stata visitata, che le avevano fatto un’iniezione e l’avevano portata in camera dove sarebbe rimasta finché non si fosse ripresa. Bahar riuscì a dormire un po’. Quando si svegliò, vide Arif accanto a sé e gli chiese se stava comodo lì. Arif rispose di sì e la ringraziò. Bahar disse che faceva molta fatica a tenere gli occhi aperti, probabilmente per via dell’iniezione. Arif le consigliò allora di non sforzarsi, di tenerli chiusi e riposare. Bahar si addormentò stringendo la collana che lui le aveva regalato e sognò Sarp. Nel sogno Sarp notò la collana e Bahar spiegò che l’aveva ricevuta da un caro amico per il compleanno e che ai bambini piaceva molto. Sarp domandò come si chiamasse quell’amico e Bahar rispose che era Arif. Nel sogno apparvero anche Nisan e Doruk che rifiutarono il padre non appena videro Arif. Corsero da lui e lo abbracciarono. Sarp rimase amareggiato e si allontanò. Bahar cominciò a pronunciare il nome di Sarp e si svegliò chiamandolo ad alta voce. Arif restò spiazzato. Bahar disse di aver avuto un incubo. Arif replicò che avrebbe fatto una passeggiata per sgranchirsi le gambe e lasciò la stanza profondamente turbato.

Passano alcuni giorni e chi ricompare? Sarp, vivo e vegeto, si presenta davanti a Enver con tutta la sua imponenza. Solo che Enver non si scompone nemmeno. Sembra quasi che lo aspettasse già. E certo, no. Hatice aveva già spifferato tutto, raccontando che Sirin aveva fallito miseramente e non era riuscita a liberarsi del “poveretto” come voleva. E Enver, che non perde mai il vizio, continua a prendere tutti in giro. Mente a Sarp, mente persino alla propria ombra. Giura con tutte le forze che Bahar, Doruk e Nisan sono morti. Ma Sarp non è uno sciocco, capisce subito che è solo un’altra storiella per coprire Sirin, proprio come aveva già fatto Hatice. Più tardi, ecco di nuovo Sarp bussare alla porta di casa di Enver. Chi si fa viva? Yeliz, con quel sorrisetto falso da venditrice di pentole porta a porta. Subito dice: “Ah, non c’è, è uscito un momento.” Solo che Sarp, ormai sospettoso, capisce all’istante che c’è qualcosa che non quadra. Inizia a girare intorno, va sul retro della casa, si nasconde e zac, spia oltre la recinzione. E che cosa vede? Doruk, vivo e vegeto, che gioca tranquillamente in giardino. In quell’istante il cuore dell’uomo quasi gli esce dal petto. Si ricorda subito di quel giorno nel parcheggio dell’ospedale, quando il bambino lo aveva chiamato “papà” e Arif aveva inventato una scusa ridicola, dicendo che il bimbo si era confuso. Eh no, nessuna confusione. Doruk aveva riconosciuto suo padre. E come? È lì che Sarp capisce tutto. La sua famiglia è viva. Altro che morti. Altro che tragedia, è stata tutta una farsa. Sarp richiama alla memoria anche il primo incontro con Enver. In quell’occasione il vecchio gli aveva solo chiesto di non avvicinarsi a Bahar e ai bambini, ma di morte, di tragedia, neanche una parola. Tutto comincia a chiarirsi nella mente di Sarp. Quel puzzle, pieno di pezzi storti, finalmente comincia a incastrarsi.

Così, nel cuore della notte, Sarp prende una pala con aria indifferente e si dirige al cimitero. L’uomo è deciso, sembra quasi che voglia piantare patate, ma no, sta per scavare le tombe di Bahar, Doruk e Nisan. Comincia a sudare, scava come un forsennato e quando finalmente guarda dentro, sorpresa clamorosa, le tombe sono vuote come un frigorifero da single a fine mese, solo una “inquilina”: Julide, poveretta, già in decomposizione. Sarp quasi sviene. Il colpo è tremendo. Trovare sua madre morta nel posto dove avrebbero dovuto esserci la moglie e i figli è troppo anche per lui. La mente va in tilt, ma una cosa è certa: Bahar è viva e i bambini pure. Senza pensarci due volte, sale in macchina e corre alla villa di Suat. Arriva furioso, pronto a tutto, con la rabbia di chi ha mangiato cibo avariato. Dice in faccia al suocero che lui ha ucciso sua madre e sgancia la bomba: “Bahar è viva.” Sì, quello che Sarp non immagina è che Sirin, più pettegola di una vicina alla finestra, sta ascoltando tutto. Ha messo una microspia in salotto e segue la lite in diretta dalla sua stanza godendosi ogni parola. Suat con quell’aria da saputello dice che il genero è impazzito, ma poi Sarp assesta il colpo finale, confessa di essere davvero impazzito nel momento in cui ha visto il corpo di Julide dentro la tomba che avrebbe dovuto essere di Bahar.

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